RUSSIA – UCRAINA: SCENARI DI GUERRA (1)

Quali sono gli scenari che si prospettano per un (ci auguriamo di vivo cuore) ipotetico conflitto tra Russia e Ucraina… quali le prospettive… quali le iniziative… le probabilità… cosa c’è in ballo… insomma tutto quello che potrebbe accadere se dalle minacce si dovesse passare a vie di fatto su una questione di “vitale” importanza per la Russia… di “principio” per l’America ed i paesi della NATO (Patto Atlantico).

I contesti di interventoi si stanno delineando su un territorio da millenni conteso tra le varie potenze militari che nel tempo si sono susseguite e che hanno trovato criteri e pretesti per “belligerare” su una terra di passaggio e transito tra occidente ed oriente con tutto quello che ne consegue per una superficie, una popolazione, una civiltà che potrebbe davvero, con le armi in possesso dalle super potenze, scomparire.

Guardiamo quello che succede in una analisi geopolitica per comprendere quanto succede ed il contesto in cui potrebbe sfociare un conflitto che nessuno vuole ma a cui tutti propendono per le varie ragioni del caso:

  1. I media stanno svolgendo un ruolo importante nello scenario bellico russo-ucraino; se da una parte possiamo sperare in un riavvicinamento delle posizioni di Biden e Putin proprio per questo nell’ambito interno dei propri paesi i due contrappositori si giocano un ruolo chiave di credibilità politica. Difatti, se una non guerra tra Russia e Ucraina può dare attendibilità politica, soprattutto in vista delle elezioni di mid-term, ad un azzoppato Biden (uscito distrutto dalla questione Afganistan e da altre situazioni interne) non si sa, invece, quanto possa essere utile alla costruzione dell’immagine di un Putin vincitore e vendicatore, che il presidente russo acquisirebbe come immagine anche a livello interno ed internazionale.
  2. In caso di conflitto le ripercussioni sul continente europeo sarebbero disastrose in quanto ci sarebbero ripercussioni sull’assetto politico, sociale ed economico della stessa Europa in quanto oltre ad esserci la distruzione delle città ucraine ci sarebbero migliaia di profughi dall’est (che si aggiungerebbero a quelli provenienti dal sud del Mediterraneo e precisamente dall’Africa) con la definitiva rottura dell’UE con la Russia; per i russi avverrebbe invece l’isolamento internazionale, con sanzioni severissime e possibili contraccolpi interni in grado di sconvolgere la società e lo Stato. Inoltre (sempre per l’Europa) si creerebbe una situazione energetica drammatica in quanto ci sarebbe una totale dipendenza dell’Unione europea dai rifornimenti statunitensi di gas e dal petrolio mediorientale. Altro scenario da considerare è quello di un nuovo assetto in Europa orientale, con l’Ucraina devastata da un conflitto di proporzioni inimmaginabili e la Russia in preda a “probabili” sconvolgimenti interni la cui entità è difficile da prevedere.
  3. La possibilità di contenere tale confronto bellico in un “conflitto localizzato” potrebbe essere uno degli scenari possibili che vedrebbe l’impiego limitato di un contingente russo nelle repubbliche separatiste e la conseguente attuazione di sanzioni “di facciata” da parte dei paesi occidentali. Un compromesso plausibile che dovrebbe risultare incerto (sotto certi aspetti) in quanto si avverte una certa mancanza di fiducia tra le parti in campo (USA – Russia).
  4. Il dialogo con nuove prospettive di colloqui tra Ucraina e Russia, cambiando nella sostanza gli accordi di Minsk in una prospettiva diversa. Ankara si è detta disponibile alla proposta dell’OSCE e quindi ospitare in caso di assenso delle parti un vertice tra i contendenti. Questo vertice rilancerebbe nella disputa (ma come mediatore) Erdogan, attivo sulle questioni riguardanti il Caucaso e in Asia centrale, con un ruolo di primo piano nel Mar Nero (storicamente i sultani ottomani hanno sempre avuto un ruolo di difensore dei tatari di Crimea) oltre, per Erdogan, vedere accrescere la sua figura primaria e decisiva in uno scacchiere (quale quello continentale) assai largo e con prospettive di crescita.

Putin ha presentato le proprie richieste a Washington (e all’Alleanza atlantica) con la prospettiva di portar avanti “un colloquio bilaterale” con Biden in una trattativa in cui il Cremlino (da anni) è coinvolto verso un nuovo assetto multipolare del mondo.

La Russia, invece, si è trovata al centro dell’attenzione internazionale (con visite e telefonate dei principali leader mondiali a Putin con uno spazio sulla stampa occidentale che procura, anche se involontariamente, una propaganda al Cremlino tesa a far apparire la minaccia russa di gran lunga superiore rispetto a quando corrisponde alla realtà), in un conflitto che sta generando, oltre al clamore mediatico, anche quel senso di paura, in grado di far precipitare l’Europa nel baratro della guerra.

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