I Paesi dell’Unione europea sono dipendenti dalle forniture di gas russo, anche se la quota importata da Mosca si è ridotta nel 2022 al 28% del totale, a fronte del 47% nello stesso periodo dell’anno scorso.
Nel 2021 sono arrivati nell’Unione europea circa 155 miliardi di metri cubi di combustibile (secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia).
Dalla vendita dei suoi combustibili fossili, la Russia ha ricavato infatti 240 miliardi di dollari nell’ultimo anno.
L’Italia ha consumato, nel 2021, 29 miliardi di metri cubi di gas provenienti dalla Russia; l’attuale carenza dovrebbe essere contrastata con un aumento della produzione nazionale ed un incremento dei flussi in arrivo da Libia e Algeria oltre la riapertura di diverse centrali a carbone.
Sono necessarie misure rapide per “limitare al massimo questa dipendenza”, la strategia europea si muoverà su varie direttrici:
la ricerca di nuovi esportatori che sostituiscano la Russia, sia fornendo gas «tradizionale» che gas naturale liquefatto (l’Emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani è un elemento su cui puntare per il futuro insieme a Norvegia, Australia e Stati nordafricani, oltre agli Stati Uniti che già hanno compensato la riduzione di gas russo finora).
La diversificazione dell’approvvigionamento energetico, che include un’accelerazione degli investimenti sulle rinnovabili, in linea con gli obiettivi del Green deal europeo.
La questione dovrà essere affrontata a livello comunitario in quanto altri Paesi si trovano in situazione ancora più critica, come Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria e Cechia gli Stati più a rischio in caso di taglio alle forniture russe, secondo l’analisi di Bruegel.
La solidarietà fra i membri dell’Unione dovrà rivolgersi, oltre sul piano energetico, anche verso l’immigrazione degli ucraini, che non colpisce tutti i Paesi della Unione nella stessa dimensione.
Ma la solidarietà fra i membri dell’Unione sarà davvero univoca oppure avrà le stesse condizioni di comportamento da parte degli stati membri come è accaduto per gli immigrati provenienti dall’Africa e da altre realtà planetarie che sono state demandate solo ed esclusivamente sulla pelle dell’Italia?!?!
Riguardo le sanzioni ci sono Paesi che si sono mossi rapidamente con risultati sostanziali, come Francia, Germania e Italia, e altri che lo hanno fatto con minore “impegno”.
Altro elemento che sta trattando la Commissione europea è quella dell’adesione dell’Ucraina all’Unione europea, più volte richiesta dal presidente Volodymyr Zelensky. Vi è una certa apertura a livello di principio, condivisa con la presidente Von Der Leyen, che di recente aveva fatto dichiarazioni simili.
Speriamo si tratti di un segnale simbolico, senza imminenti effetti concreti; … con una strada che rimane in salita ALTRIMENTI… brutti tempi ci aspettano.