RUSSIA – UCRAINA: KIEV SOTTO ASSEDIO

Il conflitto ucraino sta raggiungendo il punto critico nell’assedio di Kiev da parte delle forze russe iniziati con bombardamenti mirati su obiettivi militari poi estesi anche ad edifici civili. Strade deserte e pattuglie militari che girano per le strade della capitale Ucraina. La metropolitana è diventato il rifugio di tanti cittadini che non potendo lasciare la città si sono rifugiati per difendersi dai bombardamenti proprio nel sottosuolo metropolitano. Intanto i russi hanno occupato l’aeroporto di Kiev e quindi sono in grado di fare atterrare veicoli civili, per rifornimenti vari e mezzi militari. L’atteggiamento adottato dai russi sembra quello di circondare la capitale per destituire il governo attuale senza “ingolfarsi” nelle strade cittadine che potrebbero prestarsi alla guerriglia da parte dei cittadini ucraini.

Intanto da tutte le parti del mondo arrivano note di condanna per l’aggressione russa all’Ucraina e con esse anche prese di posizioni riguardo le sanzioni da adottare nei confronti dei russi.

L’interscambio con la Russia, non solo sul fronte energetico, rende difficile per l’Europa mantenere una posizione inflessibile nel voler soffocare l’economia russa, ma la realtà delle cose è molto più complessa.

Il commercio con la Russia

Il risvolto commerciale russo verso il resto del mondo ha raggiunto i 785 miliardi di dollari nel 2021, in aumento del 38% rispetto al 2020. Determinante la dinamica dell’export (+45,8%) a 492 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono state pari a 293 miliardi di dollari (+26,7%) (dati presi dall’analisi della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo in un report sul commercio russo).

Le importazioni sono costituite prevalentemente da macchinari, prodotti chimici, mezzi di trasporto e prodotti dell’agro-alimentare.

Le esportazioni da minerali per quasi la metà del totale, seguiti da merci varie, metalli, pietre e metalli preziosi, prodotti dell’agro-alimentare. 

Il principale mercato degli scambi russi resta l’Europa, sebbene la sua rilevanza sia andata calando negli anni, a vantaggio del continente asiatico.

La Russia fornisce il 40% del petrolio e del carbone dell’UE e il 20% del suo gas, che peraltro al momento non rientrano nella lista delle sanzioni.

Mosca ha usato il denaro ricevuto dalle sue esportazioni di petrolio e di gas per costruire sostanziali difese finanziarie (da articolo del Guardian e dalla rassegna stampa di Epr Comunicazione) con riserve di valuta estera di circa 500 miliardi di dollari (369 miliardi di sterline) e, per gli standard internazionali, ha livelli estremamente bassi di debito nazionale.

Questa potenza di fuoco finanziaria potrebbe smussare una delle armi che l’Occidente intende utilizzare in risposta alla crisi in Ucraina:

il divieto per la Russia di emettere o commerciare il suo debito sovrano a Londra e New York potrebbe smussare gli obiettivi delle sanzioni che l’Occidente in quanto la quantità di obbligazioni che la Russia ha bisogno di vendere è relativamente piccola, e solo il 10% del totale (acquistato da non residenti l’anno scorso). L’Occidente, in merito, ha le armi spuntate in quanto la Russia può rinunciare ai commerci con l’Europa e protendere per i mercati asiatici.

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