La superficialità e l’ignoranza dei politici occidentali è enorme e prenderà decisioni non basate sulla razionalità in quanto la strategia delle sanzioni non cambierebbe la politica di Putin, anzi la renderebbe probabilmente, ancora più rigida, perché non più condizionata da prospettive di rapporti commerciali futuri.
La UE e i paesi occidentali verrebbero a rivolgersi al Medio e all’Africa per carbone e petrolio, mentre la Russia fornirebbe, al posto di Arabia Saudita e Iran, l’India e la Cina. Un danno molto limitato per Mosca. Lo stesso vale per il carbone, come per qualsiasi altra materia prima prodotta dalla Federazione Russa e messa al bando in UE.
Il Parlamento europeo, che, fino a ieri, con pretesti pseudo ecologici, hanno legato le forniture energetiche europee alla Russia ora pretende di dare lezioni di vita e con esse ristabilire delle regole al di là da venire.
Il petrolio greggio è la maggior esportazione della Russia, rappresentando 123 miliardi di dollari dei suoi ricavi da esportazione, come mostrano i dati per il 2019 (benzina e diesel, a $ 66,2 miliardi, il gas a $ 26,3 miliardi e il carbone a $ 17,6 miliardi).
Considerando che Turchia ed altri paesi europei non rinuncerebbero al gas di Mosca, ad essere sottoposto a sanzione sarebbe circa il 60% del gas naturale esportato dalla Russia, cioè circa 15 miliardi di dollari di esportazioni annue russe, contro un valore al 2019 di 420 miliardi e al 2021 di 460 miliardi di export totali.
Quindi, al contrario di quanto sembrino pensare tutta la politica e i media dell’Europa occidentale, il gas rappresenta una parte secondaria dell’export russo. Tra l’altro noi non siamo i soli paesi verso cui viene esportato il gas naturale proveniente soprattutto dalla Siberia:
Ma la Russia è anche il più grande esportatore mondiale di grano, con un fatturato di 8,14 miliardi di dollari nel 2019. È anche un grande esportatore di semilavorati di ferro con vendite di poco inferiori $ 7 miliardi nel 2019 e un grande fornitore di nichel ($ 4,03 miliardi) e fertilizzanti a base di azoto ($ 3,05 miliardi).
Rinunciare improvvisamente al gas naturale russo non significa rinunciare solo a un po’ di aria condizionata, ma danneggiare pesantemente, e in modo permanente, il nostro sistema industriale, causando recessione, depressione, disoccupazione e miseria.
I discorsi del Presidente del Consiglio coadiuvati dalle esternazioni del ministro degli esteri mal pongono la questione dell’allargamento delle sanzioni commerciali europee, in modo permanente, al nostro sistema industriale comporterà recessione, depressione, disoccupazione e miseria.