“Gli Stati Uniti non hanno una strategia per un cambio di regime a Russia”. Lo ha ribadito durante la visita di Stato in Israele il segretario di Stato Antony Blinken, intervenendo sulla polemica sorta dopo le parole pronunciate ieri a Varsavia dal presidente Joe Biden e successivamente chiarite dalla Casa Bianca.
“Il presidente voleva dire che Putin non può esercitare il suo potere sui Paesi vicini o nella regione. Non stava mettendo in discussione il potere di Putin in Russia, né stava evocando la possibilità di un cambiamento di regime a Mosca“. Sono le parole dei consiglieri di Biden nel tentativo di correggere il “tiro” delle parole di Biden nel pronunciare contro Putin, in un discorso il cui presidente… “è andato a braccio”.
“La Russia sta strangolando la democrazia e vuole farlo non solo in casa sua. Prepariamoci ad una lunga battaglia per la libertà“. Il presidente americano ha poi continuato: “Non ci sono giustificazioni per l’invasione dell’Ucraina”, alludendo ai “decenni di guerra” ai quali le azioni della Russia potrebbero condurre.
“L’Occidente è più forte e più unito che mai – continua l’americano – non c’è dubbio che questa guerra è già un fallimento strategico per la Russia“. La colpa? “È solo di Vladimir Putin” che “non deve neanche pensare” a sfiorare il territorio di uno dei trenta paesi della Nato.
“Voi non siete il nostro nemico, Putin vi ha tagliato dal mondo. Putin può e deve finire questa guerra. Voi non siete così, non è il futuro che meritate. Putin sta riportando la Russia al XIX secolo”.
“Per amor di Dio, quest’uomo non può restare al potere“, è stato uno dei passaggi chiave del capo di stato a stelle e strisce, un riferimento è sia al cambio di regime in Russia che le democrazie occidentali non fanno mistero di desiderare? O alle voci di golpe che si sono rincorse negli ultimi giorni? A riguardo la Casa Bianca ha deciso di fare chiarezza.
“Non abbiate paura. Un dittatore che vuole ricostruire un impero non cancellerà mai l’amore della gente per la libertà“. E ancora “Un criminale vuole dipingere l’allargamento Nato come un progetto imperialista che punta a destabilizzare la Russia. Niente di più lontano dalla verità. La Nato è un’alleanza difensiva”. Poi, riferendosi alle sanzioni: “È Putin, è Vladimir Putin quello da incolpare. Punto”.
Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino, che, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha sottolineato il passaggio in cui l’inquilino della Casa Bianca ha auspicato un cambio di regime in Russia: “Non è qualcosa che decide Biden. È solo una scelta dei cittadini della Federazione Russa“.
La replica “stizzita” del corpo diplomatico americano si evidenziano nelle scritte che ha twittato Haass, presidente del Council on Foreign Relations degli Stati Uniti.
“Le parole di Biden su Putin rendono ancora più pericolosa la situazione”. L’uscita del presidente Usa, secondo cui «Putin non può rimanere al potere” ha provocato nette critiche da parte del diplomatico statunitense Richard Haass. Queste parole “hanno reso una situazione difficile ancora più difficile e una situazione pericolosa ancora più pericolosa”, ed ancora “Putin vedrà questo come una conferma di ciò in cui ha sempre creduto. Una brutta mancanza di disciplina che rischia di estendere la portata e la durata della guerra”, sottolinea Haas. “Questo è ovvio. Meno ovvio è come riparare il danno, ma suggerisco ai suoi assistenti principali di raggiungere le loro controparti e chiarire che gli Stati Uniti sono pronti a trattare con questo governo russo”.
Mentre il portavoce polacco Lukasz Jasina ha commentato il discorso di Joe Biden, che da Varsavia ha dichiarato che Putin “non può restare al potere”. “Putin, – ha aggiunto il rappresentante polacco – non può essere riaccettato nella nostra società, non può essere ascoltato, non è un partner di cui ci fidiamo”.
“Il presidente della nazione più potente al mondo è venuto a Varsavia e ha parlato molto chiaramente dell’aggressione russa: ha detto ai russi che c’è sempre tempo per cambiare un dittatore. È stata un’esperienza molto commovente e profonda”.
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Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre minacciato la Russia per un possibile utilizzo delle armi nucleari da parte di Washington per rispondere all’avanzata di Mosca in Ucraina.