DRAGHI TRA PUTIN E CONTE…

ESTERI

“Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace” le prime parole che il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha pronunciato nella telefonata intercorsa con Putin. Nel corso della telefonata, Draghi, si spende per la pace e si informa sull’andamento dei negoziati e i suoi ultimi sviluppi, Putin non lesina risposte e replica punto per punto.

Un confronto atteso quello tra i due, che avrebbe dovuto avere luogo a Mosca, più di un mese fa, prima che l’Ucraina precipitasse nella guerra, con un’aggressione da parte della Russia che il Presidente del Consiglio italiano ha condannato con forza. Draghi rimarca a Putin l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale.

L’Italia c’è, ha ribadito Draghi a Putin, ed è pronta a contribuire al processo di pace, ma perché Roma scenda in campo devono esserci e arrivare segnali chiari di de-escalation da parte della Russia. Draghi rimarca a Putin l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale

La risposta dello zar non si fa attendere in quanto Putin lo gela limitandosi a dire che “è opportuno che restino in contatto”.Nel retroscena della telefonata Draghi ha ribadito sull’impegno dell’Italia per la pace e che sarà in prima linea se Mosca metterà fine alla sua offensiva (difatti, la diplomazia italiana lavora per tornare a rivestire un ruolo da protagonista nello scacchiere internazionale, dopo le pesanti esclusioni delle prime settimane di guerra).  

INTERNI

Il dopo la “conversazione” con Putin Draghi ha dovuto vedersela con Conte, neo(ri)eletto leader del Movimento 5 Stelle anche lui in “battaglia”( col Movimento ancora spaccato) sul terzo mandato e sull’appoggio a Draghi

(tutto rientrato con la fiducia al governo da parte dei M5S) riguardo l’aumento delle spese militari.

Più che confronto tra Draghi e Conte possiamo definire (ancora una volta) una dura ”guerriglia interna” al Movimento contro “le correnti” (quelle sul modello dei “vecchi partiti”). Nelle minacce di Conte, dovrebbe contenere oltre l’indicazione chiara contro l’aumento delle spese per la difesa al 2% del Pil anche la sfida diretta verso Di Maio, che siederà nello stesso Cdm e che ha già fatto sapere di volere onorare gli impegni presi con gli alleati della Nato.

Il presidente del M5s smentisce la tentazione di voler far cadere il governo, eppure ha cominciato a lavorare ai suoi fianchi in vista delle elezioni amministrative del 12 giugno c.a. e delle politiche del prossimo anno.

Con il Pd filoatlantico di Enrico Letta, Conte, ha individuato una possibile legge elettorale proporzionale che potrebbe favorire le alleanze per elettorali future.

Nel frattempo, si prepara a piazzare uomini di fiducia nei coordinamenti territoriali e aspetta il momento del voto nazionale, l’obiettivo è eliminare il dissenso dalle liste future e magari far rientrare dalla finestra Alessandro Di Battista da contrapporre al “suo” rivale diretto, Di Maio .

Sullo sfondo il terzo mandato che potrebbe essere concesso soltanto a pochi deputati e senatori uscenti, scelti online tra i “meritevoli” (con criteri ancora da interpretare e che, però, sembrano difficili da definire.

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