La Russia minaccia di bloccare le forniture di gas all’Europa, se i pagamenti non inizieranno ad essere effettuati in rubli… ma la sua minaccia non si limita solo al gas ma anche il blocco dell’export del gran (di cui la Russia è uno dei principali produttori al mondo) come “arma” economica che Putin pensa di usare contro i “Paesi ostili”, responsabili delle gravi sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina.
La Russia è in grado di bloccare l’esportazione di grano e prodotti agricoli ai Paesi dell’Unione Europea, Regno Unito, Stati Uniti e Canada, quindi a tutto il blocco occidentale che ha imposto le severe sanzioni alla Russia, isolandola a livello commerciale e danneggiando gravemente l’economia di Mosca.
Ma la chiusura dei rubinetti non è l’unica “arma” economica che Putin pensa di usare contro i Paesi “ostili”, responsabili delle gravi sanzioni imposte a Mosca per l’invasione dell’Ucraina. In mano al Cremlino c’è anche la leva del blocco dell’export del grano, di cui la Russia è uno dei principali produttori al mondo.
Quindi, oltre alle forniture di gas, la minaccia russa si estende anche al blocco delle esportazioni di grano ai Paesi occidentali responsabili delle sanzioni
Per questo, spiega Shmyhal, i russi “stanno distruggendo parte dei granai in Ucraina e stanno impedendo le esportazioni di grano dai porti ucraini con il blocco navale”
Russia e Ucraina sono infatti i principali produttori di grano al mondo. Il grano è un alimento che sta alla base di moltissimi prodotti che consumiamo quotidianamente, dal pane alla pasta, passando per i biscotti.
Molti paesi dipendono dal grano esportato da Russia e Ucraina, soprattutto in Africa ma anche Israele, Libano e Turchia.
A tal proposito ha dichiarato Medvedev “Venderemo cibo e prodotti agricoli solo ai Paesi amici. Fortunatamente ne abbiamo molti, e non sono in Europa e Nord America. Non forniremo invece i nostri prodotti agricoli ai nostri nemici, da cui non compreremo nulla”.
Ad anticipare la nuova minaccia di Putin era stato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal che aveva affermato pubblicamente che il Cremlino punterebbe a “provocare una crisi alimentare globale” bloccando l’export dei propri prodotti agricoli.
Parte di questa strategia consisterebbe anche nel bloccare le esportazioni di Kiev.
Secondo il commissario Ue per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, la minaccia russa di bloccare le forniture alimentari di grano non avrebbe grandi conseguenze per la sicurezza alimentare dell’Europa (ci sarebbe però un impatto diretto sui prezzi, con aumenti che andrebbero ad investire tutta la filiera alimentare e con esso l’aumento dell’inflazione!!!!).
Per quanto riguarda l’Italia, il blocco russo avrebbe un impatto limitato (secondo stime di Coldiretti, arriva appena il 2,3% del totale del grano importato dall’estero Russia compresa). Grave, sarebbe lo stop delle forniture dall’Ucraina in quanto per l’importazione di grano i Paesi dell’Unione europea hanno sempre fatto affidamento più sull’Ucraina che sulla Russia perché con la guerra (spiega Coldiretti), verrà praticamente dimezzata la semina primaverile in Ucraina, con una riduzione consistente delle quantità di grano disponibili.