CALA LA SENTENZA SUI 5 STELLE: CONTE DECADUTO

L’elezione di Conte alla guida di M5s è illegittima lo ha stabilito un’ordinanza del Tribunale di Napoli. 

L’elezione di Conte alla guida del M5Stelle del 3 agosto (con modifica dello statuto) e del 5 agosto 2021 (nomina del presidente) è illegittima. Lo ha detto un’ordinanza del 7 febbraio c.m. della settima sezione civile del Tribunale di Napoli, che ha dato ragione a tre attivisti, Liliana Coppola, Renato Delle Donne e Steven Hutchinson, assistiti dall’avvocato Lorenzo Borrè.

I tre avevano impugnato la decisione di estromettere dal voto gli iscritti da meno di 6 mesi, circa 81mila persone, nella votazione che aveva eletto Conte leader dei 5 Stelle. Essendosi verificato una violazione dello statuto in quanto… come recita l’ordinanza: “l’assemblea dell’Associazione Movimento 5 Stelle che ha deliberato il 3 agosto del 2021 non era correttamente costituita perché risulta che vi hanno partecipato un numero di iscritti inferiore a quello richiesto in prima convocazione. I 60.940 iscritti che vi hanno partecipato erano di numero inferiore alla metà più uno del totale degli iscritti all’associazione (come visto era 195.387)” si legge nell’ordinanza.

Così come diceva Bartali “l’è tutto sbagliato… l’è tutto da rifare” adesso la parola passa al reggente che è di nuovo Vito Crimi. Davvero un duro colpo per il movimento già provato dal “caso Di Maio” che si è dimesso dai “garanti” e che ha già creato scompiglio tra gli iscritti e simpatizzanti dando un duro colpo alla leadership di Conte ed affini…

Sicuramente i “dimaiani” prendono atto sulla scarsa abilità di Giuseppe Conte nello scrivere statuti (ricordiamolo per titolo di cronaca che già Casaleggio junior, che Conte e Di Maio avevano appena estromesso dal M5 Stelle, li aveva avvertiti che le votazioni erano irregolari e con lui anche l’avvocato Borrè che ha subito fatto ricorso) e con lo stesso Conte che con fare approssimativo aveva aggiunto “di andare avanti”.

Questa ordinanza è un duro colpo per Conte in quanto Di Maio e i suoi (Spadafora, Castelli, Di Stefano, Fraccaro…) dopo le dimissioni da Garante di Di Maio sono sul sentiero di guerra.

Sicuro è che Conte verrà riconfermato come capo unico del movimento, anche se in un anno fuori dai giochi del potere la sua popolarità si è dimezzata con sondaggi che lo vedono in difficoltà (passando dal 60 al 30 per cento dei consensi) con un Conte che continuerà ad essere il capo (di fatto del movimento) anche se formalmente verrà riesumato il “reggente” Vito Crimi.

Comunque sia nel M5s assisteremo a faide interne con “pulizia ed espulsioni” di iscritti e dirigenti con contiani e dimaiani ai ferri corti in prospettiva candidature alle amministrative di primavera a Genova, Palermo e in un’altra ventina di capoluoghi di provincia.

Allora è d’obbligo chiedersi: Grillo cosa farà?

Con un Grillo azzoppato tra il processo per stupro di suo figlio, le accuse di aver preso soldi da Moby Lines non c’è “mentalmente” per lui una serenità decisionale. Ma, ricordiamolo agli “smemorati” contiani, che se “Sparta piange… Atene non ride” in quanto ai finanziamenti di centocinquatamila euro dell’Acqua Marcia di Caltagirone incassati da Conte fanno da cartina tornasole a tutta la vicenda.

Sicuramente ne vedremo delle belle riguardo la faida in atto Conte-Di Maio. Siamo solo all’inizio…

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