PIERFERDINANDO CASINI
Classe 1955, originario di Bologna, Casini ha una lunghissima esperienza in politica essendo parlamentare
da quasi 40 anni. Eletto per la prima volta nel 1983, a soli 28 anni, è stato a lungo deputato prima di diventare senatore, nonché leader di due soggetti politici: l’Udc e Centristi per l’Europa. A lungo componente delle Commissioni Affari esteri e comunitari e Difesa, è stato anche Presidente della Camera e della Commissione d’inchiesta sulle banche.
Casini si è laureato in giurisprudenza alla fine degli anni Settanta e nel 1980 ha iniziato la sua attività politica come Consigliere comunale a Bologna, per la Democrazia Cristiana. Tre anni più tardi è stato eletto alla Camera dei deputati e in seguito è entrato a far parte della Direzione Nazionale della Democrazia cristiana grazie ad Arnaldo Forlani, di cui era uno stretto collaboratore.
Dopo aver fatto parte della Democrazia Cristiana, Casini ha cofondato il Centro cristiano democratico, che nel 1994 ha appoggiato il primo governo Berlusconi. L’alleanza con l’attuale leader di Forza Italia si è rinsaldata in occasione delle elezioni politiche del 2001, e a maggio di quello stesso anno Casini è diventato Presidente della Camera. L’anno successivo, è stato protagonista di altri due eventi storici: la creazione dell’Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro (UDC), nata dalla fusione tra il suo partito e altre forze centriste, e la visita di Giovanni Paolo II a Montecitorio, la prima di un pontefice nel Parlamento italiano.
Alle elezioni del 2008 Casini, spostatosi su posizioni più centriste, non ha rinnovato il sostegno a Berlusconi e nel 2011 ha spinto il suo partito ad appoggiare il governo tecnico presieduto da Mario Monti. Con la coalizione guidata da Monti, Casini si è anche candidato a Palazzo Madama nel 2013 ed è diventato senatore. Quattro anni più tardi è stato eletto Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, istituita nel 2017 per fare chiarezza sulle crisi di alcuni istituti. Un ruolo che il senatore aveva accolto promettendo di dare “una prima risposta di verità ai risparmiatori”. Oggi siede a Palazzo Madama e fa parte del Gruppo Autonomie al quale si è iscritto dopo essere stato eletto nel 2018 nel collegio uninominale di Bologna per il centrosinistra.
Casini è stato per due legislature deputato europeo e ha fatto parte del Gruppo del Partito Popolare Europeo. Nel 2005 è stato eletto Presidente dell’Unione Interparlamentare, un’organizzazione internazionale dei Parlamenti, e l’anno seguente è diventato anche Presidente dell’Internazionale Democratica di centro. Dall’ottobre 2015 è Vicepresidente del Cime.
Nel corso della sua lunga carriera politica è stato Presidente della Camera dei deputati nella XIV Legislatura. Nella XVII legislatura è stato Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche. Parlamentare dal 1983, con 38 anni consecutivi da deputato e senatore è, al 2022, il politico con alle spalle la più lunga esperienza tra quelli presenti nei due rami del Parlamento italiano[1].
Primogenito di Tommaso Casini, docente di lettere e dirigente locale della DC, e di Mirella Vai, bibliotecaria al provveditorato, ha due sorelle e un fratello. Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo classico “Luigi Galvani”, si laurea nel 1979 in giurisprudenza presso l’Università di Bologna, entrando nel contempo a far parte del direttivo nazionale giovanile della Democrazia Cristiana.
In prime nozze sposa Roberta Lubich, dalla quale ha avuto due figlie, Benedetta e Maria Carolina. Dopo la separazione consensuale dalla Lubich, avvenuta nel 1998, e il successivo divorzio, Casini intraprese una nuova relazione sentimentale con Azzurra Caltagirone, figlia del noto imprenditore ed editore romano Francesco Gaetano Caltagirone, con la quale si sposò nel 2007 con rito civile, separandosene nel 2015. Da questa unione sono nati la figlia Caterina, nel mese di luglio 2004[2], e il figlio Francesco, nel mese di aprile 2008[3]. Nel luglio 2016 viene annunciato il divorzio tra Pier Ferdinando Casini ed Azzurra Caltagirone[4]. Vive a Roma.
Primogenito di Tommaso Casini, docente di lettere e dirigente locale della DC, e di Mirella Vai, bibliotecaria al provveditorato, ha due sorelle e un fratello. Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo classico “Luigi Galvani”, si laurea nel 1979 in giurisprudenza presso l’Università di Bologna, entrando nel contempo a far parte del direttivo nazionale giovanile della Democrazia Cristiana.
Classe 1955, originario di Bologna, Casini ha una lunghissima esperienza in politica essendo parlamentare da quasi 40 anni. Dopo aver ottenuto la laurea, nel 1980 inizia la sua attività politica nella Democrazia Cristiana, come Consigliere comunale a Bologna, fino all’elezione alla Camera dei deputati nel 1983, a soli 28 anni. Formatosi politicamente nella corrente dorotea, guidata da Antonio Bisaglia, dopo la scomparsa di quest’ultimo diviene uno fra i più stretti collaboratori di Arnaldo Forlani, che, da segretario del partito, lo inserirà nel 1989 nella Direzione Nazionale.
Nel 1993, con l’inizio della segreteria di Mino Martinazzoli in una Democrazia Cristiana travolta dalle indagini di Mani pulite, insieme con Clemente Mastella Casini prende posizioni non in linea con la politica del partito, propendendo per un’alleanza con Forza Italia, nuova formazione politica di Silvio Berlusconi, il Movimento Sociale Italiano di Gianfranco Fini e la Lega Nord di Umberto Bossi, in un quadro politico tendenzialmente bipolarista per effetto della nuova legge elettorale che cambiava il sistema elettorale in senso maggioritario.
Viene eletto per la prima volta nel 1994 al Parlamento europeo e nella successiva legislatura del 1999, iscrivendosi al gruppo del Partito Popolare Europeo. In ambito nazionale, rieletto nella quota proporzionale nella XII Legislatura nelle file di Forza Italia, appoggia il primo governo del suo alleato Berlusconi, e con lui non votò il successivo governo Dini.
Per le elezioni politiche del 1996 presenta il suo partito in una lista al proporzionale insieme ai Cristiani Democratici Uniti di Rocco Buttiglione.
Con la vittoria nella successiva legislatura della sua coalizione, il 31 maggio 2001 viene eletto Presidente della Camera dei deputati.
Il 28 gennaio 2006 viene eletto presidente dell’Internazionale Democristiana (IDC) succedendo a José María Aznar. Nella campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006, l’UDC inserisce infatti il nome del suo leader nel nuovo simbolo del partito anche se, alla fine, verrà indicato nuovamente Silvio Berlusconi quale capo della coalizione.
Durante il III Congresso dell’UDC che si è svolto a Roma dal 13 al 15 aprile 2007 Casini ha chiesto esplicitamente ai delegati di consolidare la linea perseguita dal partito negli ultimi tempi, a guida di Casini e Cesa, dichiarandosi indipendenti dalla Casa delle Libertà. In occasione delle elezioni parlamentari del 2008, Casini rompe definitivamente con la Casa delle Libertà di Berlusconi. Nasce così una nuova alleanza con la cosiddetta “Rosa Bianca” e i Circoli Liberal. Dalla loro unione nacque l’Unione di Centro. Casini viene candidato a premier ottenendo il 5,6% facendo eleggere 36 deputati e 3 senatori. Casini è eletto capogruppo dell’Unione di Centro alla Camera dei deputati, incarico che manterrà fino al 26 aprile 2012 quando gli subentra il vice capogruppo vicario Gian Luca Galletti