Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, il Presidente Draghi, forte della elezione di Mattarella, in cui i partiti e le coalizioni del caso hanno dato dimostrazione di essere oramai un “nulla” nel panorama politico italiano è stato duramente esplicito con i ministri a seguito dell’acquisizione da parte della Unione Europea di ben venticinque miliari di euro di presentare entro un paio di giorni i piani di realizzazione degli investimenti e delle riforme previsti nel piano per la ripresa e la resilienza dell’Italia (ricordiamolo… il paese dovrebbe ricevere complessivamente 191,5 miliardi di euro nel corso della durata del piano nazionale con 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti).
Un intervento duro messo su di un piano di “vigore” (determinazione) che ha di conseguenza suggellato la capacità, oramai acquisita da Draghi, di fare il “bello ed il cattivo tempo” rispetto ai “giochetti” messi, come sempre, in atto dai partiti ma che ora non reggono più, dopo le confusionarie vicende della elezione del Presidente della Repubblica, che hanno suggellato la forza della Presidenza del consiglio su tutto il panorama politico italiano.
Come la si vuol girare la situazione… la frittata è stata fatta da tutti i partiti che proprio nel momento in cui sono andati in ginocchio da Draghi e Mattarella a chiedere di che lo status quo fosse attuato nei meandri delle più alte cariche dello stato hanno decretato la loro incapacità di dare soluzioni concrete ad un impasse politico che mai come ora si presenta debole agli occhi sia dei due massime istituzioni dello stato italiano oltre che allo stesso “corpo elettorale” che sicuramente farà pagare cara questa “inettitudine” politica quale mancanza di capacità di incidere sulle scelte istituzionali.
Partiti da rifare (con le loro leadership), coalizioni da riprogrammare ma che risentono della mancanza di idee e di valori politici che oramai perduti nei meandri di un potere legato allo “yes..sismo” (da parte di tutte le componenti della società italiana… stampa compresa) e portati ad esaltare il potente del momento (lo si è fatto in questa legislatura con Conte prima, e con Draghi adesso) a discapito di una chiara dialettica propositiva, suggellata anche di un valido contraddittorio (che poi è l’essenza della stessa democrazia).
Niente di tutto questo… anzi. Dalla Lega per bocca di uno “sbiadito” Salvini viene addirittura l’invito di costituire una specie di Partito Repubblicano, sul modello americano, capace di assemblare in un fantomatico “contenitore” (legato al mondo “conservatore” europeo) la coalizione di centrodestra, e dove, evidentemente, potrebbe sentirsi a proprio agio dopo la scoppola delle Presidenziali in cui Salvini non ha espresso le potenzialità che la stessa coalizione avrebbe potuto dimostrare e quindi dando la sensazione che la proposta avanzata agli alleati ha tutta l’aria di essere una “scappatoia” formulata in maniera “improvvisata”, tanto da considerare un ripiego in quanto non nata da esigenze politiche di crescita interna alla stessa coalizione, bensì un escamotage per giustificare il suo modus agenti nella vicenda legata alla sua debacle riguardo l’elezione a Presidente di Mattarella.
D’altro umore la Meloni (Presidente di Fratelli d’Italia) che nel corso delle elezioni presidenziali ha mantenuto un profilo basso nell’accettare, prima, la candidatura Berlusconi, per poi dopo il suo diniego puntare su un proprio candidato di bandiera nella figura di Crosetto per poi ancora nel rush finale portare Norbio (che ad onor del vero ha aggiunto ai sessantatre voti del partito quasi un terzo in più, attestandosi sulle novanta preferenze); una coerenza che sicuramente porterà al partito un consenso popolare enorme (forse… superando il venticinque per cento).
Coerenza che potrebbe ritorcersi contro in quanto già nella stessa coalizione di centrodestra sussistono diverse anime nella quale gli stessi forzisti che aleggiano tendenze legate ad un europeismo centrista (assieme ad un emisfero politico estremamente frammentato, a cominciare da Italia Viva di Renzi, Cambiamo! di Giovanni Toti, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi…) con l’intenzione di isolare la stessa Meloni e facendo di questo contenitore centrista l’ago della bilancia della politica italiana (semmai alleandosi anche… con la sinistra).
Insomma, un quadro frammentato quello che si vede all’orizzonte della politica italiana in cui tutto è in movimento e dove tutto è possibile… bisogna solo sedersi sulla riva del fiume e veder passare…