IL CARO BOLLETTE

Mai come adesso il peso di un rincaro generalizzato della energia, sotto tutti i punti di vista (petrolio, gas, comparto energetico in generale… ) sta comportando un grosso disagio nell’ambito del mondo produttivo da una parte (uscito letteralmente “spappolato” dalla pandemia in atto) e quello generalizzato delle famiglie che oltre i disagi quotidiani dovuti al fattore virus (smart working, dad, limiti alla circolazione… ) ci sono anche quelle incertezze nel futuro adeguate ad una inquietudine strisciante del sistema capitalistico-finanziario internazionale che ha anticipato la propria debacle dal decorso del Covid 19 con quello che si prospettava già da tempo e cioè una crisi di sistema dovuto soprattutto da una sfrenata globalizzazione che ha scombussolato gli equilibri preesistenti e che ha cambiato l’assetto del mondo produttivo e con esso quella parvenza di “stabilità” che da tempo è diventato una specie di “bilico statico” su cui poggiano le sorti di una economia mondiale pronta comunque quanto prima (diciamo che la pandemia ha “calmierato” una eventuale resa dei conti in atto) e che può scoppiare da un momento all’altro.

La pandemia ha comunque messo a nudo quelle incongruenze che da tempo stanno destabilizzando il mondo economico mondiale e che sarebbero scoppiate comunque prima o dopo. Si sa benissimo che almeno dal duemila in poi nuove forze economiche si stanno facendo spazio rispetto a quanto stabilito dal dopo secondo conflitto mondiale e cioè il mondo diviso in blocchi; con la crisi del mondo collettivista sovietico, un altro sistema (anch’esso comunista… per intenderci) si è fatto spazio nell’universo economico-finanziario internazionale, rappresentato dalla Cina che con estrema “fluidità” è riuscita a conciliare il suo mondo politico (comunista) con quello capitalistico (globalizzato) e che ora proprio a seguito della pandemia, tra l’altro fuoriuscita da laboratorio cinese a Wuhan, e con le materie prime che sono in mano sempre dei cinesi, comincia a pensare che questa crisi di sistema sia comunque frutto di una effettiva presa di mano sa parte di una nazione che proprio per il basso costo del lavoro è riuscito a “carpire” quella tecnologia, (vanto e orgoglio del mondo occidentale) che mai avrebbe acquisito se lo stesso occidente avesse avuto più acume e meno stupidità. 

Adesso che le fonti energetiche sono in pieno rialzo e con esse le materie prime, con una inflazione che sta prendendo piede (sempre in occidente) mettendo in grave difficoltà la produzione del mondo imprenditoriale occidentale allora cominciano a venire alla luce le incongruenze di una crisi voluta altrove (Cina) ma sofferta dalle nostre parti (occidente) con una nuova predisposizione ed equilibrio del mondo capitalistico a favore di quello collettivista-finanziario dove la super potenza americana dovrà nel tempo dare spazio alla Cina che tra l’altro ne detiene il debito nazionale (il che è tutto dire!!!).

Questo aumento in termini di bollette e quant’altro sulle fonti energetiche e materie prime, con ricadute incalcolabili per l’economia di mezzo mondo, oltre ad oberare sulle fasce sociali più deboli del sistema sta avendo ricadute sulle fasce produttive che a loro volta avranno recidività occupazionali determinando disagi e povertà.

Ricordiamoci che un detto cinese vuole che per arrivare alla conclusione di un evento oltre ad avere la massima tranquillità bisogna “aspettare il cadavere del nemico seduto sulla sponda del fiume”.

Adesso bisogna capire chi è il cadavere… e chi è seduto sulla sponda del fiume ad aspettarlo.

Sicuramente questa pandemia, di cadaveri ne ha fatti milioni… quindi adesso bisogna capire l’omicida chi è?!?! Ma soprattutto capire l’arma che ha usato e chi gliel’ha fornita.

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