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Vertice Nato all’insegna di una continuità politica con un rafforzamento delle spese per la sicurezza comune

Il vertice Nato all’Aja ha riunito i leader mondiali e rappresenta un momento cruciale per i paesi membri dell’Alleanza Atlantica per rafforzare la cooperazione militare, sostenere l’Ucraina e definire impegni finanziari, con focus su sicurezza europea e alleanze strategiche.

“I nostri investimenti garantiranno la disponibilità di forze, capacità, risorse, infrastrutture, prontezza operativa e resilienza necessarie per la deterrenza e la difesa, in linea con i nostri tre compiti fondamentali: deterrenza e difesa, prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa”, si legge nel testo. “Gli Alleati concordano che questo impegno del 5% comprenderà due categorie essenziali di investimenti per la difesa. Gli Alleati stanzieranno almeno il 3,5% del PIL all’anno, sulla base della definizione concordata di spesa per la difesa della NATO, entro il 2035, ai requisiti fondamentali per la difesa e al raggiungimento degli Obiettivi di Capacità della NATO. Gli Alleati concordano di presentare piani annuali che indichino un percorso credibile e progressivo per raggiungere questo obiettivo”, hanno concordato i leader Nato.

Le attività sono partite molto presto, alle 7,45, con la riunione dei ministri degli Esteri del G7 e dell’Unione europea un incontro preparatorio per l’arrivo dei capi di Stato e di governo, iniziato alle 8,30.

Alle 10,00 in punto, il segretario generale della Nato e il primo ministro dei Paesi Bassi hanno dato il benvenuto ufficiale ai partecipanti, segnando l’apertura formale del vertice.

Alle 10,25 momenti di confronto che proseguono con la foto di gruppo, seguita dalla sessione plenaria del Consiglio Atlantico, vertice che si presenta come un banco di prova per misurare il grado di unione e di volontà nel sostenere la Nato.

Dalle 10,30 fino a metà giornata con nel corso di questa mattina si concretizzano gli scambi su temi politici e strategici decisi in passato e quelli urgenti, legati in particolare al conflitto in Ucraina e all’impegno finanziario dei singoli paesi. Questo vertice si presenta come un banco di prova per misurare il grado di unione e di volontà nel sostenere la Nato.

Nel corso del vertice il primo ministro olandese Dick Schoof ha sottolineato la necessità che i paesi membri si assumano maggiori responsabilità in termini militari e finanziari. Ha espresso l’intenzione dei Paesi Bassi di raggiungere obiettivi precisi: il 3,5% per gli investimenti in difesa e l’1,5% per la gestione delle spese militari. Schoof ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di potenziare l’industria della difesa nazionale, per poter rispondere alle esigenze contemporanee.

Alle 13,45, conferenza stampa condotta dal premier olandese Mark Rutte.

Alle 15,30, si terrà una riunione ristretta tra i leader dell’Ucraina, Italia, Francia, Regno Unito, Germania e Polonia insieme alla Nato. UN incontro mira a stabilire le strategie per la sicurezza europea con un’attenzione particolare sul conflitto con la Russia.

La sera prima dell’apertura formale del vertice il Re Willem-Alexander e la Regina hanno ospitato una cena ufficiale al Palazzo reale dei Paesi Bassi con la premier Giorgia Meloni che ha partecipato alla cena, sedendo al tavolo con il Re Willem-Alexander, Rutte, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il presidente della Repubblica Ceca Petr Pavel.

Meloni e Trump, seduti uno accanto all’altro, hanno avuto un colloquio approfondito, durante il quale sono stati affrontati, in un confronto che ha toccato temi di geopolitica e sicurezza internazionale, con particolare attenzione agli ultimi sviluppi in Medio Oriente.

Il segretario generale Nato Mark Rutte ha commentato con favore l’atteggiamento di Donald Trump, dicendo che è stato positivo che il Presidente Usa abbia condiviso su social un messaggio ricevuto da Rutte in vista del summit.

Nel messaggio si riconosceva al mandato di Trump un ruolo nel far crescere la spesa dei paesi Nato per la difesa, portando diversi membri a superare la soglia del 2% del Pil. Rutte ha ricordato come, senza la sua presidenza, alcuni paesi difficilmente avrebbero mantenuto i propri impegni militari finanziari, soprattutto sullo sfondo delle esportazioni di sicurezza verso la Russia e la Cina.