La Procura di Milano proverà a chiedere al gip la “non punibilità” per una mamma che l’anno scorso, per errore ha investito il figlioletto di 18 mesi con la propria auto. Tutto è successo nel cortile privato di casa. La ruota sinistra, implacabilmente, nel giro di una manciata di secondi ha fatto il resto, schiacciando la testa del bambino di 18 mesi che è sopravvissuto, ma ormai per sempre invalidato nonostante l’arrivo tempestivo dei soccorsi.
Per questo si apre così l’inchiesta penale. Così avviene che la Procura di Milano si trova di fronte ad una mamma distrutta a vita in quanto è stata lei infatti a cambiare per sempre la vita di suo figlio. Quindi per la Procura già stata condannata ad un “ergastolo a vita“.
Per questo ci sono tre opzioni:
- si potrebbe “proporre alla madre di patteggiare una pena minima, e sospesa”… ma questo non terrebbe in considerazione il suo stato di sofferenza.
- Oppure, secondo la Procura di Milano, l’Ufficio Gip potrebbe decidere di non punire la madre per “tenuità del fatto” e archiviare il fatto.
- Terza possibilità potrebbe essere quella di sollevare il caso alla “Consulta” sollevando la questione di “legittimità costituzionale” della norma nella parte in cui, punendo le lesioni personali gravissime provocate per colpa incosciente dalla madre al figlio, contrasterebbe con il terzo comma dell’articolo 27 della Costituzione nella parte cui vieta pene inumane.
Una giustizia che non prevede la punibilità fisica bensì una punizione morale che una madre che inconsapevolmente ha fatto del male al proprio figlio con le conseguenze che “sconterà” a vita