TRUMP TRA DAZI E “CONTROMISURE” DA PARTE DEI PAESI COLPITI

il 2 aprile 2025 definito da Trump il “giorno della liberazione” dell’industria americana, accusando le altre nazioni di aver “saccheggiato” gli Stati Uniti per decenni… il tutto con una cerimonia alla Casa Bianca per annunciare l’entrata in vigore di nuovi dazi doganali.

L’obiettivo dei dazi di Donald Trump, secondo esperti di geopolitica economica, non sono solo balzelli in termini economici o commerciali bensì la proiezione di potenza e forza da parte americana imposti ad un mondo “al contrario” (disperso tra “globalizzazione” … sanzioni … e Brics…) con l’intento di permettere una forte reindustrializzazione sul fronte interno e di ottenere vantaggi negoziali sul fronte estero. 

Gli esperti economici e leader industriali hanno espresso preoccupazione per l’impatto negativo dei dazi sull’economia globale e sui consumatori americani.

Trump ha annunciato dazi reciproci del 20% per l’Unione Europea, con tariffe più basse per la Gran Bretagna (10%) e più alte per la Cina (34%), il Vietnam (46%) e Taiwan (32%).

Il 3 aprile entreranno in vigore dazi del 25% sulle automobili e componenti prodotte all’estero.

L’amministrazione Trump sostiene che i nuovi dazi porteranno nelle casse pubbliche 600 miliardi di dollari all’anno, di cui 100 miliardi derivanti dai dazi sulle auto.

Trump ha dichiarato che i dazi mirano a rafforzare il “Made in USA“, e quindi di strappare concessioni economiche e politiche ai partners, e riempire le casse del governo con proventi che possono finanziare sgravi fiscali e rimborsi agli americani.

Per nota di cronaca nel settore automobilistico John Elkann, presidente di Stellantis, ha incontrato Trump alla Casa Bianca per discutere delle conseguenze dei dazi sul settore automobilistico.

Le reazioni alla presa di posizione del Tycoon non si sono fatte attendere con il Segretario al Tesoro USA che ha avvertito i paesi colpiti di non reagire per evitare un’escalation.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dichiarato che l’Europa è pronta a rispondere con contromisure e che sarà al fianco dei paesi colpiti.

Il Premier canadese Carney ha affermato che ci sarà una risposta forte da parte del Canada.   Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano ha espresso la sua preoccupazione, affermando che l’introduzione di nuovi dazi avrebbe risvolti pesanti per i produttori italiani e che, se necessario, risponderà adeguatamente, ma senza voler scatenare una guerra commerciale.   Il Ministro del commercio giapponese Yoji Muto ha dichiarato che i dazi statunitensi potrebbero indebolire gli investimenti del Giappone negli Stati Uniti, avvertendo che potrebbero violare le norme del WTO.   Il Ministero del commercio cinese che ai nuovi dazi americani corrisponderanno a contromisure per salvaguardare i propri diritti e interessi.   Mentre l’associazione di importanti CEO statunitensi Business Roundtable ha messo in guardia sul fatto che i dazi potrebbero ritorcersi contro l’economia statunitense, causando gravi danni ai produttori, ai lavoratori, alle famiglie e agli esportatori americani.