TRUMP E LE NUOVE POLITICHE USA

Durante l’intervista concessa a Nbc News Trump “infuriato”, attacca Putin accusandolo di ostacolare i negoziati per la pace e minaccia dazi secondari sul petrolio russo se non si trova un accordo per fermare la guerra in Ucraina e annuncia che chi comprerà greggio da Mosca “non potrà più fare affari negli Stati Uniti”.

Trump rivolge anche un duro monito all’Iran sul tema del nucleare.

Come riporta Ansa, l’escalation verbale tra Trump e Putin segna un nuovo punto critico nella diplomazia globale. Il presidente Usa si è detto “infuriato” con il leader del Cremlino, colpevole – a suo dire – di minare ogni tentativo di cessate il fuoco in Ucraina.

Il casus belli? L’attacco di Trump a Putin è legato alle recenti dichiarazioni di Putin sulla legittimità del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e la proposta russa di istituire una sorta di amministrazione transitoria Onu per guidare l’Ucraina verso nuove elezioni.

La “provocazione” di Putin ha spinto Trump a minacciare sanzioni economiche pesanti: una tariffa del 25% su tutto il petrolio russo, con il rischio concreto di bloccare i rapporti commerciali con qualsiasi Paese che continuerà ad acquistarlo.

Se compri petrolio dalla Russia, non puoi fare affari negli Stati Uniti”, ha dichiarato il tycoon.

Parole, quelle di Trump, che hanno fatto subito il giro del mondo soprattutto al riferimento di colpire con “dazi secondari” gli altri attori economici coinvolti nelle compravendite di petrolio con Mosca.

In pratica, qualsiasi Paese o azienda che continui ad acquistare petrolio russo rischierebbe di essere escluso dal mercato americano.

Si potrebbe trattare di una misura dirompente che potrebbe ridefinire gli equilibri energetici mondiali.

A prescindere da queste dichiarazioni Trump ha annunciato, comunque, un possibile colloquio con Putin nei prossimi giorni, lasciando intendere che le relazioni diplomatiche restano aperte.

Sempre durante l’intervista, Trump ha rivolto un duro monito anche all’Iran sempre se il governo di Teheran non accetterà un accordo sul nucleare, ha dichiarato il presidente Usa, ci saranno “bombardamenti come non se ne sono mai visti prima”.

Anche in questo caso, si valuta l’imposizione di dazi secondari per scoraggiare le relazioni con il regime iraniano.

Comunque, per nota di cronaca… funzionari americani e iraniani starebbero già avviando colloqui informali, ma le posizioni restano distanti. 

Voler giocare su più tavoli, cercando di esercitare pressione massima sui principali attori geopolitici mondiali (non allineati al “volere” americano) è un “gioco” (o “strategia”) che potrebbe ritorcersi contro agli interessi statunitensi in quanto rispetto a quattro anni fa (ci riferiamo alla prima Presidenza Trump che ha visto il “vuoto” per i successivi quattro anni in quanto Biden Presidente ha governato in successione dando una diversa impostazione alla politica USA …) i tempi sono cambiati proprio a seguito della presidenza Biden. Il Brics è diventata una realtà dirompente… “disarcionando” in qualche modo lo strapotere americano… una realtà che rappresenta (ad ora) il 41% della economia mondiale e con il cinquanta per cento della popolazione mondiale… Brics in crescita con aggregazioni di nazioni sempre più consapevoli… dove e a chi rivolgersi. La Russia in questo contesto ha un ruolo chiave proprio per la economicità delle materie prime che vende a stati che sono in continua crescita (vedere… Cina, India, Pakistan, Iran, Corea del Nord, paesi dell’America Latina, Asia, Africa e quant’altro…). l’America non esercita più il ruolo di “prima donna” nello scenario mondiale in quanto un “bipolarismo” strisciante sta posizionandosi in un mondo sempre più proteso verso un diverso assetto di alleanze di tipo economico, politico e sociale… purtroppo le politiche poco proficue per l’America che il predecessore ha lasciato in eredità a Trump sono disastrose…

Quindi bisognerà rivedere il mondo sotto un altro aspetto, anche con la Russia, difatti le ulteriori sanzioni non faranno effetto così come non hanno avuto effetto finora, in quanto, se da un lato la Russia è riuscita a vivere in buona salute con le sanzioni occidentali in atto perché avendo nel sottosuolo quel materiale energetico (petrolio, gas, metalli rari e quant’altro…) che riesce a vendere a buon mercato e con prezzi competitivi rispetto agli altri venditori che adottano (America compresa) un badget di spese per l’approvvigionamento di dette materie prime, ben al di sopra di quello russo con le conseguenze economiche recessive che ben conosciamo…

Cosa può succedere ora? Le minacce lanciate da Trump nei confronti di Russia e Iran potrebbero generare reazioni a catena su mercati e relazioni diplomatiche. 

Sul fronte energetico, l’eventuale introduzione dei dazi potrebbe colpire i Paesi europei, ancora legati in parte al petrolio russo.