In Italia, dove spesso la realtà supera la fantasia, torna a far parlare di sé Aboubakar Soumahoro, ex sindacalista, ex deputato dell’Alleanza Verdi e Sinistra, e figura controversa della recente politica italiana. Dopo lo scandalo che ha coinvolto la sua famiglia, Soumahoro tenta un rientro sulla scena pubblica scegliendo una piazza inaspettata: Monfalcone, in Friuli Venezia Giulia, teatro delle prossime elezioni comunali.
Il candidato sindaco è Bou Konate, espressione del nuovo partito “Italia Plurale”, appena fondato dallo stesso Soumahoro. Un partito che, almeno nelle sue prime mosse, ha già sollevato un polverone mediatico e politico: forte presenza di candidati musulmani, nessuna origine italiana tra le fila, una sola donna candidata e un programma che punta con decisione sulla valorizzazione della cultura islamica in Italia.
Un partito che divide
“Italia Plurale” nasce con l’intento, almeno dichiarato, di dare voce alle minoranze e a chi vive ai margini della società. Tuttavia, l’orientamento del partito ha subito attirato le critiche: la scelta di presentare liste con candidati che parlano prevalentemente in lingue straniere, la centralità data al Ramadan nella comunicazione politica (al punto da proporne la trasformazione in festa nazionale italiana) e la scarsa attenzione ai valori e tradizioni italiane hanno sollevato non poche perplessità.
Accuse pesanti sono arrivate anche sul piano della costituzionalità e integrazione: secondo alcuni osservatori, il progetto di Soumahoro sembra più interessato a rappresentare identità separate piuttosto che costruire un ponte con la cultura italiana. Una visione dell’inclusione che per molti appare escludente nei confronti dell’identità nazionale.
Uno scandalo ancora aperto
Non si può ignorare il passato recente del fondatore. Soumahoro è ancora nell’occhio del ciclone per lo scandalo che ha colpito la cooperativa gestita dalla moglie e dalla suocera, accusate di appropriazione indebita ai danni di una struttura che si occupava dell’accoglienza dei migranti. La vicenda, che ha visto perfino l’arresto della moglie, ha avuto un impatto devastante sull’immagine del deputato, nonostante la sua continua dichiarazione di estraneità ai fatti.
Lo stesso Soumahoro, che era diventato celebre per la sua entrata simbolica in Parlamento con gli stivali infangati e il pugno chiuso, ha poi abbandonato l’Alleanza Verdi e Sinistra per approdare al Gruppo Misto, in un percorso politico segnato da polemiche, allontanamenti e dichiarazioni infuocate.
Monfalcone come banco di prova
Ora, l’ex deputato sembra voler ripartire da zero. Monfalcone, città simbolo di integrazione difficile e scontri politici sull’immigrazione, diventa il laboratorio della sua nuova creatura politica. Ma la domanda resta: è davvero un nuovo inizio o solo l’ennesimo tentativo di restare a galla?
Quel che è certo è che Soumahoro torna “in cattedra”, come se nulla fosse successo, in un’Italia che sembra sempre più il Paese dove tutto è possibile.
I RISULTATI FINALI A MONFALCONE
Deciso flop della lista islamica a Monfalcone con un risultato davvero misero per le aspettative che ci si aspettava… i risultai sono i seguenti:
Luca Fasan, candidato di centrodestra a Monfalcone, vince le elezioni con una percentuale di voti che si aggira intorno al 70%.3 A seguire, Diego Moretti del centrosinistra con il 25% e Bou Konate di Italia Plurale con il 2%.3
Bou Konate: Candidato di Italia Plurale, al 2,98% dei voti.
Luca Fasan: Candidato di centrodestra, proiettato verso la vittoria con il 71% dei voti.
Diego Moretti: Candidato del centrosinistra, al 26,2% dei voti.