Alaa al-Najjar è una dottoressa che un raid israeliano ha ucciso i suoi nove (9) figli, bambini trovati carbonizzati, in raid dove l’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito cento (100) siti terroristici.
La dottoressa, venerdì 23 maggio, era in servizio all’ospedale di “Nasser” di Khan Jounis, nel sud della striscia di Gaza, quando ha visto le ambulanze scaricare corpi di bambini martoriati da un attacco israeliano subito ha compreso che quei bambini erano i suoi figli. La dottoressa trentottennenne è precipitata nell’incubo… erano otto dei suoi 10 figli. Il più piccolo di 3 anni, il più grande di 12. Insieme a loro, gravemente ferito, c’era il marito Hamdi, medico anche lui, padre dei piccoli.
Due di loro, di 7 mesi e 2 anni, mancavano all’appello. Erano rimasti sotto le macerie della loro casa, colpita da un raid israeliano. Morti sul colpo. Degli altri otto ricoverati, solo uno, di 11 anni, è sopravvissuto. I medici hanno cercato disperatamente di salvare gli altri, ma non c’è stato nulla da fare.
Comunque sia a Gaza gli aiuti entrano con il contagocce. I raid israeliani, secondo fonti palestinesi, hanno fatto nelle ultime 24 ore 76 morti. Il bilancio complessivo delle vittime (secondo Hamas) è salito a 53.900.
Di fronte a una guerra sempre più feroce e sanguinosa, l’opinione pubblica israeliana è sempre più disorientata e disillusa.