In Italia il settantotto per cento (78,3%) di bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo smartphone. con un aumento significativo di bambini tra i 6 e i 10 anni che utilizzano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia: dal diciotto per cento (18,4%) al trenta,due per cento (30,2%).
il Sud che ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52%) e il Nord e il Centro più vicini ai valori medi europei trentaquattro e trentanove per cento (34% e 39%).
Questi sono i dati diffusi da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro… si esplora così le opportunità e i rischi che bambini, bambine e adolescenti affrontano dentro la nuova rivoluzione dell’onlife e di una vita spesa tra reale e virtuale.
Se per molti adolescenti stare in rete, scambiarsi contenuti e messaggi, può essere un elemento di apertura al mondo, di fuoriuscita dall’isolamento con la possibilità di scoprire interessi e condividerli, per altri può rappresentare una sfida che può creare ansia ed brutte sorprese.
Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social solo dopo aver compiuto 13 anni, tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo con le ragazze che sono sempre più vittime di atti di cyberbullismo (con “bulle” che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della preadolescenza).
La scuola si dimostra impreparata a valutare fenomeni legati al mondo del web: nelle scuole secondarie gli studenti e studentesse coinvolti nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo sono poco meno del sei per cento (6%).
Un dato che è molto lontano dalla realtà in quanto è scarsa anche la conoscenza sugli strumenti di prevenzione di cui le scuole dispongono con il diciotto per cento (18%) degli studenti e delle studentesse della scuola secondaria hanno partecipato al sondaggio in atto ed ha dichiarato di sapere le regole per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo nella propria scuola con il cinquantuno per cento (51%) ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di regole in merito.