28 aprile 2025 – Ospedali Riuniti di Foggia
Parlare di sé stessi non è mai semplice. Ancor meno quando ci si trova costretti a raccontare episodi che, seppur vissuti in prima persona, rivelano un quadro più ampio e desolante della realtà che ci circonda — in particolare quando si ha a che fare con la macchina spesso inceppata della sanità pubblica.
Siamo a Foggia, in Puglia. Una città del sud Italia dove, per quanto si continui a parlare di eccellenze sanitarie, la realtà quotidiana spesso racconta ben altro. Oggi vorrei condividere la mia esperienza personale, avvenuta questa mattina presso gli Ospedali Riuniti di Foggia, dove ha sede anche la struttura universitaria, tanto celebrata quanto inaccessibile per i cittadini comuni.
A inizio aprile, durante delle analisi di routine, mi è stato riscontrato un sospetto carcinoma alla prostata. Con solerzia, ho prenotato una visita specialistica, che ha confermato la necessità di un monitoraggio attento, con nuovi controlli previsti entro fine giugno. Tra gli esami prescritti: un’ecografia dell’apparato urinario e un esame urodinamico non invasivo. Entrambi classificati con priorità “D”.
Oggi, 28 aprile, mi reco al CUP per prenotare gli esami e pagarli regolarmente, come qualsiasi cittadino rispettoso delle regole. Le prime date disponibili? Fine luglio. A Lucera. Oltre un mese dopo quanto richiesto dallo specialista.
Mi viene suggerito, con gentilezza, di provare a “vedere” in reparto se fosse possibile anticipare gli esami. Inizia così il mio pellegrinaggio: prima al secondo piano, poi al piano terra, da Urologia a Radiologia, fino a Urologia Universitaria. Ognuno, con modi cortesi, mi rimbalza al successivo. Nessuno può fare nulla. Alla fine, quando dico con amarezza che mi rivolgerò a una struttura privata, ricevo una scrollata di spalle. Gentile, certo. Ma pur sempre una resa.
Conclusione? Gli esami li farò a pagamento. Nonostante sia stato consigliato di farli nel pubblico — perché lì, mi dicono, ci sono strumenti più aggiornati e medici più preparati. Ma evidentemente per accedere a questi servizi serve qualcosa che io non ho: tempo, agganci, fortuna?
E così, da buon cittadino, continuerò a pagare le tasse puntualmente. Anche se lo Stato, con altrettanta puntualità, non è in grado di garantire il diritto alla salute in tempi compatibili con la diagnosi precoce. La sanità pubblica, in teoria, è un diritto di tutti. Nella pratica, è un lusso per pochi o un incubo burocratico per i più.