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Lettera aperta a Papa Leone XIV di Marinella Andaloro

Il 18 maggio 2025 papa Leone XIV ufficierà la messa di iniziazione, alla presenza di tantissimi Capi di stato venuti da tutte le parti del mondo, del suo pontificato. Pubblichiamo una “Lettera aperta” di riproposizione ferma di quei principi cristiani di cui il mondo sembra dimenticarsene e che si ha il bisogno di ribadire affinché lo stesso mondo migliori e dia quei criteri di pace e giustizia che tutti i popoli attendono…

Per la lettera aperta a Papa Leone XIV: 

“Originariamente pubblicato su IL NISSENO.COM”

Sua Santità,

“Il male non prevarrà.”

Le Sue parole, proclamate con solennità, sono rimbombate nel cuore del mondo come un’eco di speranza, un appello universale alla responsabilità morale, alla verità, al coraggio operoso.
Parole che interpellano non solo Lei, Vicario di Cristo, ma l’intera comunità ecclesiale e ogni coscienza vigile di questo nostro tempo ferito.

Perché questa promessa non resti un’eco vuota, occorrono prese di posizione inequivocabili. È tramontata l’era dei silenzi prudenti. Pregare non è più sufficiente. Predicare la giustizia è vano: bisogna incarnarla, viverla.

Nel 1993, Giovanni Paolo II scagliò un anatema contro la mafia e le sue complicità che dilaniano il nostro paese. “Convertitevi, verrà il giudizio di Dio!” tuonò. Quelle parole, scolpite nella memoria collettiva, oggi chiedono coerenza. Devono diventare carne e sangue della missione ecclesiale. Perché il male persiste, solo più subdolo, mimetizzato, tollerato. E talvolta, ed è la ferita più profonda, ha trovato rifugio persino tra le mura sacre.

La Chiesa non può più tacere. Oggi più che mai, è chiamata a diventare coscienza vigile e fermento di cambiamento. A rifiutare ogni relazione controversa con il potere oppressivo. A smascherare ogni ingiustizia sociale, anche quando indossa abiti sacri. Il male prospererà finché sarà nutrito dall’ipocrisia di chi predica ma non pratica, di chi benedice gli oppressori dimenticando le vittime.

Papa Francesco ha detto: “La corruzione spuzza.” E quel tanfo, Sua Santità, dilaga ovunque nella nostra società. Nelle stanze della politica, della giustizia, del potere; e si è infiltrato anche tra i ministri della Chiesa. Là dove l’autorità diventa privilegio. Là dove il servizio si trasforma in dominio.

Il male non prevarrà solo se la Chiesa avrà il coraggio di purificarsi. Di tagliare ogni legame con chi strumentalizza il nome di Dio per giustificare soprusi e conservare privilegi. Le parole di Papa Francesco non devono rimanere memorie sbiadite, ma devono tramutarsi in giudizio presente. Rompendo ogni patto con l’ipocrisia religiosa, con chi usa la fede come scudo per i propri interessi. Ogni pastore inchinato ai potenti, anziché a Dio, che ignora la sofferenza, deve essere chiamato a rispondere. Dinanzi al Signore, ma anche al popolo.

Sua Santità, il male non prevarrà solo se le Sue parole si tradurranno in decisioni forti, scelte dolorose ma liberanti. Gesti di rottura. Scomuniche pubbliche che ristabiliscano un confine chiaro tra Vangelo autentico e suo tradimento.
Non si può offrire misericordia a chi non implora perdono.
Non si può benedire chi calpesta la dignità umana.
Non possiamo più distogliere lo sguardo.

Sua Santità, oggi serve una Chiesa che sappia dire NO.
No all’omertà.
No al compromesso.
No ai pastori che chinano il capo ai potenti ignorando il grido degli ultimi.
Il male non arretrerà da solo. Va messo a nudo. Denunciato. Estirpato.
Il male non sarà sconfitto finché questo sistema non verrà smascherato.

Sì, quel sistema che Padre Puglisi aveva riconosciuto e denunciato, quel potere mafioso che non è solo nei gesti, ma nella mentalità. Nel sistema dell’intimidazione, della connivenza, della ritorsione, del dominio travestito da ordine. “È importante parlarne ovunque per combattere la mentalità mafiosa,” affermava con coraggio.

È, quindi, missione ineluttabile di ciascuno di noi denunciare l’oscurità che divora la luce, gridare la verità, strappare il velo dell’ipocrisia che paralizza gli animi!
Con voce tonante che risuoni nelle piazze, nei pulpiti, nelle scuole!
Ovunque. Sui media, sui social, nelle nostre comunità.
Senza timore, senza compromessi.
Perché solo scuotendo l’indifferenza, solo risvegliando le coscienze assopite, possiamo fermare la deriva morale che corrode la nostra società.

Chi oggi tace, si rende complice!
Il male persisterà finché non sarà disvelato e chiamato per nome!
Sua Santità, il male non prevarrà se, sotto la Sua guida, la Chiesa si farà realmente baluardo contro ogni forma di dominio ingiusto. Ogni ministro del Vangelo che ignora il grido degli innocenti, cercando protezione nei salotti del potere, tradisce il proprio mandato.
Non si può più benedire chi calpesta la dignità dell’essere umano!

Il male non prevarrà se ogni sacerdote, ogni vescovo, ogni fedele saprà scegliere da che parte stare. Perché oggi non ci sono più zone grigie. O si sta con la verità, o si diventa complici della menzogna. O si cammina con gli oppressi, o, tacendo, si diventa complici degli oppressori.

Occorre una riforma radicale che rifiuti il puzzo del compromesso morale.
La Chiesa deve essere luce che squarcia le tenebre. Testimonianza viva, non mera istituzione.
Il male non prevarrà. E questa è la responsabilità che grava su tutti noi. Su ogni credente, ogni pastore, ogni vescovo. Ma soprattutto su di Lei, Sua Santità, che ha l’autorità – e la responsabilità storica – di guidare il popolo cristiano fuori dalle ambiguità, verso la luce della giustizia e della verità.

È questa mescolanza tossica – tra potere corrotto e religione deviata – che scandalizza i fedeli, spegne la fede dei semplici, e allontana i giovani, che non cercano riti, ma verità. Eppure, sono proprio loro il futuro. Ma non torneranno finché la Chiesa resterà tiepida e ambigua.

Sua Santità, davanti a Lei si erge un avversario antico quanto il mondo, che muta sembianze come le ombre al crepuscolo. Si veste oggi di rispettabilità, si cela dietro algoritmi, si maschera di legalità formale, sussurra nei corridoi del potere.

In questa lotta contro le forze oscure, confidiamo nella Sua guida illuminata e nel Suo coraggio incrollabile. Ci affidiamo alla Sua sapienza pastorale e al Suo discernimento illuminato dallo Spirito Santo. La Sua guida è il faro che può orientare la Chiesa in queste acque tempestose.

Servono scelte nette. Chiare. Audaci.

Solo allora, senza retorica né ipocrisia, potremo proclamare: Il male non prevarrà. Se avremo il coraggio di rompere il silenzio. Se sceglieremo la giustizia sopra la prudenza. Se rifiuteremo ogni patto con l’ingiustizia.

Con i fatti – non con le intenzioni – affermeremo con verità: “Il male non prevarrà”.

Amen.

Con immensa fiducia che attraverso la Sua guida si compia la promessa eterna.

Con profondo rispetto,
Marinella Andaloro

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Direttore

Dr. Angelo de Luca

foto vicedirettore Carmine Pecorella
Vice Direttore

Dr. Carmine Pecorella

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Vice Direttore

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