La situazione tra Israele e Iran è in continua escalation; con l’intervento americano nella notte tra il 21 e il 22 giugno, dove vi è stato l’attacco a tre siti nucleari iraniani (Fordo, Natanz e Isfahan) su ordine del presidente Donald Trump per fermare il programma nucleare iraniano senza favorire un cambio di regime (anche se nelle ultime ore non si è scartata la possibilità di un cambio di potere in Iran).
L’Iran ha risposto con lanci di missili che hanno colpito Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, causando decine di feriti e ingenti distruzioni.
Oggi, 23 giugno, l’esercito israeliano ha lanciato una nuova offensiva contro siti militari iraniani, tra cui obiettivi a ovest di Teheran.
Fino adesso gli attacchi israeliani hanno causato oltre 230 morti e 1.800 feriti in Iran, secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute iraniano.
Intanto si muove la diplomazia iraniana con il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi che si recato a Mosca per colloqui con il presidente russo Vladimir Putin, ma soprattutto per discutere la reazione all’intervento statunitense contro i tre siti nucleari
L’intelligence americano assieme a fonti militari hanno rilevato segnali allarmanti per possibile preparazione da parte di milizie sostenute dall’Iran di eventuali attacchi a basi statunitensi in Iraq e forse in Siria, in rappresaglia per gli attacchi statunitensi in Iran.
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha messo in guardia la comunità internazionale occidentale sul rischio di “ritorsione” da parte di sostenitori del regime dell’Iran dopo che gli Stati Uniti hanno attaccato i siti nucleari iraniani.
I primi segni di reazioni da parte di milizie favorevoli all’Iran con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar che ha annunciato che un tentativo di attacco da parte dell’Iran contro cittadini israeliani a Cipro è stato sventato grazie alla collaborazione tra le autorità di Nicosia e i servizi di sicurezza israeliani.
Il consiglio superiore islamico di Teheran ha deciso di chiudere al traffico commerciale lo Stretto di Homuz rotta essenziale per il traffico petrolifero mondiale.
Lo stesso Segretario di Stato americano Marco Antonio Rubio chiede alla Cina di intervenire sull’Iran per evitare la chiusura dello Stretto di Hormuz.
Il Presidente americano Trump rinvia a Martedì 24 giugno la partenza per il vertice Nato.
La Meloni ha chiesto “una soluzione politica alla crisi mediorientale”. Intanto ha tenuto un vertice a Palazzo Chigi con i Ministri e intelligence riguardo i fatti dell’Iran con la Farnesina che allerta ben 29000 punti critici da proteggere e il Ministro della Difesa Crosetto che allerta le nostre forze armate, dispiegate nelle varie parti del mondo, a una maggiore sorveglianza delle basi italiane.