Fenomeno profondamente radicato nelle città italiane e in quelle europee, segnando una crisi di civiltà che richiede un impegno corale da parte di istituzioni, scuola, famiglia e società.
Secondo l’ultimo rapporto Europol del 2024, i reati commessi da minori in Europa sono aumentati del 22% rispetto al 2020, con l’Italia a +26%, e i dati indicano un’esplosione di violenza giovanile, bullismo e cyberbullismo, con almeno un ragazzo su tre tra i 13 e i 18 anni vittima di atti online.
L’aumento dei reati commessi da minori è particolarmente marcato nei paesi dell’Europa meridionale, con episodi di rissa, vandalismo e aggressioni che si ripetono nelle periferie urbane e nei quartieri popolari, spesso in contesti di marginalizzazione economica e sociale.
In Italia, nel 2024 sono stati denunciati oltre 400 episodi di aggressione ai danni di insegnanti, con un incremento del 30% rispetto all’anno precedente.
Il femminicidio e i reati spia, come stalking e maltrattamenti in famiglia, sono considerati un’emergenza sociale che non può essere ridotta a semplici fatti di cronaca.
Il Presidente della Repubblica Mattarella ha sottolineato che dietro lo stillicidio di aggressioni contro le donne c’è il fallimento di una società, mentre il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha evidenziato che la violenza di genere richiede una crescita culturale e un approccio olistico.
Il bullismo ha assunto forme sempre più estreme, con il cyberbullismo che colpisce almeno un terzo dei giovani europei tra i 13 e i 18 anni, trasformando i social network in teatri di umiliazione pubblica.
La rete funge da moltiplicatore di violenza, spettacolarizzando atti di aggressione e rendendo la violenza attraente attraverso challenge e contenuti virali.
Sebbene non siano forniti dati specifici sul possesso di armi da parte di minori, il contesto di crescente violenza giovanile, con episodi di aggressioni con coltelli e machete, indica un’escalation di armi in contesti di rissa e gang.
In Svezia, le sparatorie coinvolgenti gang giovanili sono diventate sempre più frequenti.
Il disagio giovanile è alimentato da solitudine, instabilità familiare, assenza di prospettive e dalla pandemia, che ha accelerato processi di fragilità e rabbia latente. Il 40% degli adolescenti europei tra i 14 e i 18 anni manifesta sintomi di ansia, depressione o aggressività.
L’approccio alla violenza non può limitarsi alla repressione; è necessaria una strategia globale che includa educazione civica, supporto psicologico, investimenti in scuola e cultura, e un modello educativo basato sull’empatia e sul dialogo, come in Norvegia e Finlandia.



