Il 12 giugno 2025, la premier italiana Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario generale della NATO, Mark Rutte, per discutere delle spese militari in vista del vertice dell’Aia del 24 e 25 giugno 2025.
Un incontro per quello che sarà il prossimo vertice NATO con l’Italia che cerca di bilanciare le pressioni internazionali e le esigenze interne che comprendano una visione a lungo termine che ha proposto di includere nel calcolo delle spese per la difesa anche progetti infrastrutturali strategici, come il Ponte sullo Stretto, sostenendo che queste opere contribuiscono alla sicurezza nazionale.
Meloni ha ribadito di non aver ancora concordato un aumento fino al 5% del PIL per la difesa, come richiesto dagli Stati Uniti, e di voler mantenere come obiettivo attuale il 2% già previsto. Una posizione quella italiana volta a procedere con gradualità nello aumento delle spese della difesa, proponendo di spostare la scadenza per il raggiungimento degli obiettivi al 2035, in linea con la Gran Bretagna e ha precisato che non vi è alcun accordo formale o informale per arrivare al 5% e che ogni decisione sarà presa al vertice dell’Aia e garantendo che eventuali aumenti non avranno ripercussioni su sanità, istruzione e pensioni.
Rutte ha sostenuto l’idea di un aumento graduale, proponendo un obiettivo iniziale del 3,5% del PIL dedicato alla difesa, più un 1,5% per capacità correlate come sicurezza informatica, difesa dei confini e resilienza, per un totale del 5% ribadendo che non ci sono tempi lunghi per prendere decisioni, in quanto c’è l’esigenza di rafforzare la posizione dell’Alleanza Atlantica di fronte alla crescente potenza militare della Russia.