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In Irlanda del Nord è caccia allo straniero con scontri con le forze dell’ordine

In alcune località dell’Irlanda del Nord (la città di Portadawn, città dell’Irlanda del Nord, la città di Ballymena che con i suoi 30 mila abitanti che rappresenta il settimo nucleo urbano per popolazione della porzione di Irlanda sottoposta ad amministrazione britannica) vi sono attacchi contro le forze dell’ordine e i cittadini stranieri.

Centinaia di persone, spesso con il volto coperto, hanno eretto barricate, lanciato sassi e bottiglie molotov contro gli agenti della PSNI (Police Service of Northern Ireland) in assetto antisommossa intervenuti per impedire i pestaggi di immigrati e la distruzione di abitazioni ed attività economiche gestite da stranieri.

In alcune località dell’Irlanda del Nord (la città di Portadawn, città dell’Irlanda del Nord, la città di Ballymena che con i suoi 30 mila abitanti che rappresenta il settimo nucleo urbano per popolazione della porzione di Irlanda sottoposta ad amministrazione britannica) vi sono attacchi contro le forze dell’ordine e i cittadini stranieri. Centinaia di persone, spesso con il volto coperto, hanno eretto barricate, lanciato sassi e bottiglie molotov contro gli agenti della PSNI (Police Service of Northern Ireland) in assetto antisommossa intervenuti per impedire i pestaggi di immigrati e la distruzione di abitazioni ed attività economiche gestite da stranieri.

L’episodio ha portato a una serie di proteste che sono rapidamente degenerate in attacchi contro immigrati e forze dell’ordine, con un bilancio di 63 agenti feriti e 15 arresti.

Le violenze si sono estese ad altre città come Belfast, Newtoownabbey, Carrickfergus e Larne, dove sono state incendiate proprietà private e centri ricreativi che ospitavano migranti.

I motivi della rivolta (accaduto lunedì scorso), quando si è diffusa la notizia che due ragazzi di 14 anni di origine romena erano stati interrogati da un giudice per rispondere dell’accusa di tentata violenza sessuale nei confronti di una minorenne. I due ragazzi hanno negato le accuse e l’udienza è stata rinviata a luglio.

In un clima di intolleranza verso gli stranieri è stata fomentata da alcuni gruppi di estrema destra e in un contesto esacerbato da ingenti problemi sociali, con alcuni “social” che hanno cominciato ad esternare messaggi violenti e aggressivi, denunciando i due accusati fossero degli “immigrati illegali”. E quindi una “veglia pacifica”, organizzata nel pomeriggio, si è trasformata in una manifestazione razzista, con un centinaio di giovani incappucciati che hanno cominciato a lanciare mattoni, petardi e molotov contro la polizia.

In molti quartieri, a maggioranza protestante, più colpiti dal disagio sociale, le manifestazioni di intolleranza contro i migranti sono spesso accompagnati da atti di violenza urbana che si concretizza con scontri contro la polizia e le forze dell’orsine.

I motivi della rivolta (accaduto lunedì scorso), quando si è diffusa la notizia che due ragazzi di 14 anni di origine romena erano stati interrogati da un giudice per rispondere dell’accusa di tentata violenza sessuale nei confronti di una minorenne. I due ragazzi hanno negato le accuse e l’udienza è stata rinviata a luglio.

In un clima di intolleranza verso gli stranieri è stata fomentata da alcuni gruppi di estrema destra e in un contesto esacerbato da ingenti problemi sociali, con alcuni “social” che hanno cominciato ad esternare messaggi violenti e aggressivi, denunciando i due accusati fossero degli “immigrati illegali”. E quindi una “veglia pacifica”, organizzata nel pomeriggio, si è trasformata in una manifestazione razzista, con un centinaio di giovani incappucciati che hanno cominciato a lanciare mattoni, petardi e molotov contro la polizia.

In molti quartieri, a maggioranza protestante, più colpiti dal disagio sociale, le manifestazioni di intolleranza contro i migranti sono spesso accompagnati da atti di violenza urbana che si concretizza con scontri contro la polizia e le forze dell’orsine.