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Il Referendum dell’8 e 9 giugno 2025. Storia e curiosità

Il raggiungimento del quorum è uno degli aspetti chiave per la validità di un referendum in Italia. Senza la partecipazione di almeno metà più uno degli aventi diritto al voto, il risultato

non viene considerato valido, indipendentemente dall’esito delle singole consultazioni

Alle 23,00 di domenica 8 giugno 2025 si è recato alle urne il 22,73 per cento, Per lunedì 9 giugno 2025 i seggi sono aperti dalle 7,00 alle 15,00.

Con il referendum del 2025, per la prima volta è possibile votare fuori dal proprio comune di residenza. Per gli italiani all’estero, invece, hanno diritto al voto gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), così come coloro che si trovano temporaneamente fuori dal Paese da almeno tre mesi per lavoro, studio o cure mediche, insieme ai familiari conviventi, purché abbiano fatto domanda entro il 7 maggio.

Nei precedenti referendum:

I

1987 referendum sul nucleare: l’8 novembre, a poco più di un anno dal disastro di Chernobyl, Radicali e Verdi promossero tre quesiti per bloccare il programma nucleare italiano. Affluenza del 65,1%, il Sì vinse con percentuali tra il 70 e l’80%, mettendo fine al nucleare nel Paese.

Nel 1990, per la prima volta non si raggiunse il quorum: tre referendum ambientalisti proposti dai Verdi, riguardanti la caccia e l’uso di fitofarmaci in agricoltura, ottennero un’affluenza del 43% e quindi non vennero validati.

Il 1991, vide una partecipazione del 62,5% per un referendum che riformò il sistema elettorale. Con il 95,57% dei voti favorevoli, gli italiani approvarono la riduzione del numero di preferenze esprimibili per la Camera, da tre a una, nonostante l’opposizione di molti partiti.

Il 18 e 19 aprile 1993 si votò su otto quesiti, a un anno dallo scandalo di Mani Pulite, con al centro la riforma politica e la fine del finanziamento pubblico ai partiti. L’affluenza fu del 77% e tutti i quesiti furono approvati, portando a importanti cambiamenti nel sistema elettorale del Senato, nelle competenze ministeriali e modifiche alla legge sulle droghe.

In totale, solo nove tornate referendarie hanno raggiunto il quorum, e dal 1997 non si era più verificato, salvo le consultazioni del 2011. In quell’anno, i quattro quesiti su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento superarono la soglia di validità con un’affluenza del 54,8% e un consenso superiore al 95%.

Per fare un confronto, al referendum abrogativo sull’acqua del 2011, quando l’affluenza finale superò il 57%, alle 12 si registrava una partecipazione dell’11,6%. Anche allora si votò su due giorni, con cinque quesiti sottoposti agli elettori.

L’ultima tornata del giugno 2022 è invece considerata un fallimento: cinque quesiti sulla giustizia, tra cui la separazione delle carriere e la valutazione dei magistrati, furono bocciati dall’astensionismo, con un’affluenza ferma al 20%.