Confronto.eu – L’informazione libera

Il fenomeno degli “emigranti laureati” … per l’Italia è il dramma sociale per eccellenza

L’Italia ha perso circa 550mila giovani tra i 18 e i 34 anni tra il 2011 e il 2023, con un valore economico stimato in 134 miliardi di euro, di cui, secondo il rapporto di AlmaLaurea, circa 97.000 laureati italiani lasciano il Paese ogni anno per cercare opportunità lavorative all’estero e con una media di 8,4 miliardi l’anno negli ultimi due anni. 

Secondo i dati, per ogni giovane proveniente da un Paese avanzato che arriva in Italia, ben otto italiani scelgono di trasferirsi all’estero con la tendenza invertita che, mentre agli inizi del fenomeno di “emigrazione giovanile” inizialmente erano per lo più giovani senza laurea a lasciare il Paese, oggi si assiste ad un fenomeno di “emigrazione intellettuale” dove sono i laureati ad essere sempre più attratti dalle opportunità professionali offerte all’estero.

L’emorragia di “giovani” a seguito di questo fenomeno é stato documentato da altre fonti, evidenziando che il 5-8% dei giovani altamente formati esce dall’Italia ogni anno e che tra i motivi principali della fuga di cervelli ci sono le opportunità migliori fuori dall’Italia con prospettive di carriera più attraenti e la differenza di retribuzione, con i laureati che guadagnano in media il 41,8% in più lavorando all’estero rispetto a quando lavorano in Italia.

Diciamocela tutta l’Italia non attrae ne vi sono condizioni che inducano i giovani “talenti” a rimanere…questo nonostante le agevolazioni fiscali offerte a coloro che volessero rientrare dopo anni di lavoro all’estero.

Tutto ciò con la riduzione della tassazione del 50% (del 60% per coloro che hanno almeno un figlio minore) entro un limite di reddito agevolabile di 600.000 euro, per i lavoratori con requisiti di elevata qualificazione o specializzazione.

Oltre questo sono previsti sgravi fiscali per cinque (5) anni solo se non sono stati fiscalmente residenti in Italia nei tre (3) periodi d’imposta precedenti il trasferimento, impegnandosi a risiedere fiscalmente in Italia per almeno cinque (5) anni.