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I papabili del conclave

 Pietro Parolin (70 anni), segretario di Stato, colui che presiederà il conclave; Claudio Gugerotti (69 anni), prefetto del Dicastero per le Chiese orientali; Robert Francis Prevost (69 anni), agostiniano, prefetto del Dicastero per i vescovi; Luis Antonio Gokim Tagle (67 anni), pro prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione; Ángel Fernández Artime (64 anni), salesiano, pro prefetto del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica; Fernando Filoni (78 anni), gran maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Di italiani, oltre ovviamente a Parolin, Gugerotti e Filoni, ci sono anche Matteo Maria Zuppi (69 anni), presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, e Pierbattista Pizzaballa (59 anni), francescano, patriarca di Gerusalemme dei Latini. Di salesiani, oltre ad Artime, c’è Cristóbal López Romero (72 anni), arcivescovo di Rabat. I candidati dei tradizionalisti, invece, sono due: Péter Erdő (72 anni), arcivescovo di Esztergom-Budapest, e Willem Jacobus Eijk (71 anni), arcivescovo di Utrecht. Chiude la lista degli europei papabili Anders Arborelius (75 anni), carmelitano, vescovo di Stoccolma. Gli statunitensi in corsa, oltre Prevost, sono Timothy Michael Dolan (75 anni), arcivescovo di New York, e Blase Joseph Cupich (75 anni), arcivescovo di Chicago. Infine, c’è Fridolin Ambongo Besungu (65 anni), cappuccino, arcivescovo di Kinshasa.

Ma, ancora prima, dovrà confrontarsi il Collegio cardinalizio, nella sua totalità, e poi il conclave che dovrà eleggere il successore di Bergoglio. Al momento, i cardinali elettori sono 137, ciò significa che servono 91 voti per diventare Papa. Un quorum senza precedenti.

Da sottolineare, inoltre, che tra i ventidue papabili presi in esame ce ne sono anche tre che, avendo già compiuto ottant’anni di età, non entreranno in conclave. Essi ovviamente sono tutti conservatori: Angelo Bagnasco, ex presidente della Cei e arcivescovo emerito di Genova; Marc Ouellet, prefetto emerito del Dicastero per i vescovi, e Mauro Piacenza, penitenziere maggiore emerito.

I sei parametri scelti, invece, sono: l’ordinazione delle diaconesse, la benedizione delle coppie omosessuali, il celibato sacerdotale facoltativo, la restrizione della messa in latino, l’accordo provvisorio, già rinnovato diverse volte, tra la Santa Sede e la Cina per la nomina dei vescovi e la promozione di una Chiesa sinodale