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Cosa vuol dire il 2% del PIL per la difesa

Se la soglia del 2% è vista come un indicatore della volontà politica dei diversi Paesi di contribuire agli sforzi comuni di difesa l’Italia ha annunciato di essere in grado di raggiungere il 2% del PIL per la difesa già nel 2025, in linea con l’obiettivo stabilito dalla NATO nel lontano 2014.

Anche se il livello di spesa minimo sia stato formalizzato dai leader dei Paesi NATO, non rappresenta un impegno “strettamente” vincolante e … soprattutto non sono previste sanzioni specifiche per chi non lo rispetta.

In merito a ciò l’Italia ha espresso addirittura l’intenzione di superare il 2%, mirando a un aumento fino al 2,5 per cento del PIL per la difesa, rispondendo alle richieste della NATO e degli Stati Uniti, un aumento significativo che potrebbe portare a un incremento di circa 20 miliardi di euro per integrare i sistemi e le missioni a guida NATO.

Esistono comunque forte perplessità, secondo esperti in materia, in quanto alcuni dati vogliono l’Italia lontana da questo obiettivo, con una spesa prevista del 1,57% del PIL nel 2025 (con un divario di circa 10 miliardi di euro rispetto all’acclarato 2%).

Ed è proprio per questo che il governo italiano ha deciso di includere altre spese (nel fatidico 2%…), come ad esempio le pensioni militari e quelle per la Guardia Costiera, nel bilancio della difesa per raggiungere la soglia del 2%, senza aumentare direttamente le spese militari.