Dopo il mancato raggiungimento del quorum nei referendum del 2025, nel centrosinistra italiano si assiste a una crescente tensione interna, con accuse reciproche tra le forze alleate.
Elly Schlein ha interpretato la partecipazione delle persone al referendum come un segnale positivo, nonostante il mancato raggiungimento del quorum, la segretaria del Pd ha cercato di valorizzare la partecipazione elettorale, lodando i 14 milioni di votanti, ma fortemente criticata all’interno del PD per la mancanza di rapporto con la realtà e per non aver riconosciuto chiaramente l’esito negativo dei referendum.
Invece la resa dei conti all’interno del Partito Democratico (Pd) è cominciato. Per il resto della opposizione… il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, ha criticato fortemente il Movimento 5 Stelle per non aver sostenuto pienamente il quesito sulla cittadinanza, mentre Giuseppe Conte ha espresso perplessità sull’efficacia dello strumento referendario in questa occasione.
Nell’analisi dell’Istituto Cattaneo si è rivelato che tra il 15% e il 20% degli elettori del Pd alle europee del 2024 ha votato “no” al referendum, segnale di una mancata coesione all’interno della coalizione progressista.
Tra i punti critici emersi:
Giuseppe Conte: Il leader del M5S ha sostenuto che i circa 12 milioni di voti a favore rappresentano una base solida per costruire l’alternativa al governo Meloni.
Riccardo Magi: Ha criticato una parte del M5S per non aver sostenuto il referendum sulla cittadinanza, chiedendo una riflessione politica tra le forze progressiste.
La discussione interna al Pd sembra destinata a proseguire, la stessa segretaria Elly Schlein con richieste di confronto da parte dei riformisti sarebbe intenzionata a convocare un congresso straordinario del partito a gennaio 2026.